domenica 14 giugno 2015

Buttanissima



Buttana, anzi, buttanissima, ma troia no, questo non me lo possono dire.

E se un giorno fanno la santa delle buttane, quella devo essere io; e se poi gli fanno la processione, tipo Santa Rosalia, allora sul carro ci devono mettere a me al posto della Santuzza: io davanti e tutta Palermo dietro, a benedirmi le cosce.

venerdì 30 gennaio 2015

Strangolata morte di Fifuzzo

La corda che ho stretta attorno al collo pesa, mi da fastidio. E’ un macigno. Lo è stato per molti, ma adesso lo è per me. E’ l’unica cosa che mi ha tenuto in vita e al tempo stesso quella che potrebbe togliermela da un momento all’altro, appena quei cani iniziano a tirare. Il fiato è pesante. Sento raschiarmi la gola anche se non hanno già iniziato a tirare, lo so cosa mi aspetta.

martedì 2 dicembre 2014

Meglio arrivare morto

portatelo a maiasienu
fatilo parrari
portatilu a maiasienu
l'hamu a scannari

'zu Totò, come dice vossia, quello che dice vossia per noi è comandamento.

Oggi si travagghia, è una giornata di marzo troppo bella, don Piddu Panno ha già portato gli uomini in campagna, ora scende dalla traversa. Sta guidando.
Le cose per ora gli girano bene, le cose gli stanno girando per il verso giusto. 'U curliunisi si sta allargando assai, con il suo permesso vengono fatte raffinerie di troca ovunque, pigghiano la cosa grezza e con l'acito la fanno diventare a cristalli, poi la macinano, eroina pure al 97%.  Sono piccioli assai, non si babbia. Ma a don Piddu la troca non ci piace. Sempre lo dice, nel mio territorio troca niente, ammazzatine sì, per tutti quelli che ci scassanu i cugghiuna, ma troca mai, sino a che sono vivo io. E la raffineria invece ce la misero sotto il cuscino dove dorme.
Ammazzamulu 'u curliunisi, subito, riunione.
A Casteldaccia una sera che è scuro si vedono macchine che mai si erano viste, i paesani conoscono targa e matricola di ogni macchina in circolazione. Queste non sono di qua. E sono importanti. Pure blindate. Si capisce.
A Casteldaccia c'è riunione.
C'è Stefanuccio.
C'è Totò.
C'è Mimmo.
C'è 'u catanisi. Nitto Santapaola.
Tutti d'accordo sono, tutti d'accordo sembrano.
Buonanottata a tutti, quello che va fatto sarà fatto.

In questa bella giornata di marzo che è giorno undici, don Piddu Panno scende dalla traversa di Casteldaccia e gli alberi di limoni sono rigogliosi, belle pampine verde: questa è annata buona.
Buona per lui e buona per tutto il paese: per coltivare i giardini ci vogliono piante, il sole, la mia acqua.
Don Piddu Panno scende e pensa che tutto qui è sotto il suo controllo, un mandamento pacifico e virtuoso, rapporti buoni con tutti, figliocci che mostrano tanta devozione. Devotissimi.
Certo qualche scassamento di minchia non manca. Si chiama Nino ' u merdaiolo, ma ora lo chiamano prosecuto – latitante -, per me, pensa don Piddu, merdaiolo nacque e merdaiolo resta.

Nino 'u merdaiolo ha ammazzato un carabiniere, Orazio Costantino, cose di estorsioni che Costantino decise che i soldi glieli portava lui, Nino lo vide e Nino ci sparò. E muriu Costantino. E lui fu condannato all'ergastolo.
Don Piddu le estorsioni non gli piacciono, ma questo non riesce a levarselo dai coglioni.
Vive tra le montagne, sotto la protezione dei bagheresi: favori in cambio di protezione, così funziona.
Qualcuno, per fare capire chi è, lo chiama “killer dei bagheresi”.
Meglio prosecutu.
Quando non c'è lavoro da fare lui gira montagne montagne, a Rannino. E di sera qualche volta rientra a casa, da sua moglie, per dormire tranquillo. Al mattino sveglia presto e si mette la tonaca. Pare un monaco vero, nessuno lo riconosce.
Nino è furbo.

C'è vento per ora in provincia di Palermo, prima l'aria tirava dalla città verso fuori, ora no, il vento tira da Corleone, si sente, si capisce – c'è puzza di stalla e di tumazzu.
In città tanti hanno capito che l'aria di Corleone è la migliore, quella che assicura la sopravvivenza. Tanti hanno cambiato religione. Basta accollarsi qualche sacrificio per dimostrare di essere sinceri. Basta ammazzare il capo.

Due dei figliocci di don Piddu Panno di meteorologia se ne intendono, soprattutto di rosa dei venti.
Uno è Cesare Peppuccio Manzella. L'altro è Pietro Martorana 'u malufigghiu.
Uno lavorava alla Fiat, l'altro fa sbancamenti, ha i camion.
Tutt'è due devono fare la consegna ai bagheresi di questo che vorrebbe attentare allo zio Totò.
Queste cose non si fanno.
Così ha detto lo zio Totò quando ha saputo del complotto.
Lo zio Totò ha informato i bagheresi, sono amici cari, carissimi, hanno fatto la scelta giusta.
Organizzano tutto loro.

Marzo del 1981, giorno undici, bella mattinata che don Piddu Panno guarda la campagna e se ne pria, bell'annata.
Le cose girano. Girano per il verso giusto.
Sta scendendo dalla traversa.
Due per strada lo fermano.
Don Piddu li conosce.
Talè cu c'è, e voi qua che ci fate.
Sono Cesare Peppuccio Manzella e Pietro Martorana.
I me figghiuozzi, pensa don Piddu, mi posso fidare.
Zzù Piddu, ci faccia entrare.
A bello cuore, dice don Piddu Panno mentre gli apre gli sportelli del suo furgone.
Don Piddu sorride.
Poi vede altri due che si infilano nel furgone.
Che ci fanno questi due insieme a Peppuccio e a Pietro?
Questi due che si infilano sono Nino Parisi e suo fratello Giusto.
Belli spicchi. Gli spicchi fradici dell'arancia toccata dalla mosca che cade per terra prima di arrivare a maturazione.
Don Piddu capisce tutto. Non sorride più.
Qualcuno lo ha tradito.
Stefano, Totò, Mimmo, Nitto.
Sicuramente 'u catanisi.
Lo fanno togliere dal posto guida, lo fanno sedere dietro.
Don Piddu capisce, questi ora mi portano a Bagheria, alla fabbrica del ferro, mi faranno sedere su una sedia, attaccato. E mi interrogheranno.
Mi daranno timpulate a sfasciarmi la faccia.
E poi mi metteranno la corda al collo.
Così si fa, don Piddu queste cose le conosce bene.
E poi mi squaglieranno nell'acido. Bastano cinquanta litri,un fusto, e macari un fuoco sotto, che l'acido riscaldato fa il suo lavoro prima. Restano solo le piombature dei denti.
Queste cose don Piddu le conosce, le sa benissimo.
Don Piddu prende la decisione più grande di tutta la sua vita.
Mai don Piddu si era trovato davanti a circostanze di questo tipo. Decidere della vita degli altri è facile, basta dire sì o basta dire no.
Basta aprire la bocca e dare la risposta.
Tante volte don Piddu ha detto sì, ammazzamulu, questo è una chiattidda attaccata ai cugghiuna.
Don Piddu decide che alla fabbrica del ferro deve arrivare morto.
I morti non li attaccano alle sedie.
Ai morti timpulate non se ne danno.
I morti non c'è bisogno di strangolarli.
Don Piddu si agita e fa come un pazzo.
Lo devono tenere fermo, l'obiettivo è consegnarlo vivo,  ma don Piddu non è cosa che puoi calmare, don Piddu sa che si deve agitare, assai, come una tempesta, come il diluvio universale.


Alla ICRE le domande rimasero senza risposta, senza soddisfazione.

Giorgio D'Amato

martedì 14 ottobre 2014

70 anni fa veniva ammazzato Andrea Raia

Aspettai le 3 e mezza in punto per incontrarmi con mia cognata. Avevamo studiato quest'orario qualche tempo prima, quando i nostri mariti s'arriposano e io e lei possiamo parlare senza dare nell'occhio. Bussai alla sua persiana e subito arrivò una risposta dall'altro lato.

Maria? Tu si? Entra entra!
Entrai e non c'era manco mezza cosa fuori posto in quel salotto. Tutto sempre in ordine e pulito, come Vito comanda. Ci sedemmo nelle sedie, impazienti di confrontarci sugli ultimi avvenimenti del nostro paese.

Perciò,hai sentito di quel Raia?
Ma chi, il sindacalista?
Se se, gran cosa inutile. 
Che è cosa inutile lo so pure io. Sempre a controllare gli affari del grano, mai na volta che si fa i cazzi sua. Nessuno lo poteva vedere, infatti manco al funerale ci sono andata. 
E manco io, quel fango a me e mio marito poteva aspettare! Qui si soffre la fame, e lui polemizzava per chi aveva meno e chi più. Noi tutto quello che abbiamo ce lo siamo guadagnato.
'Ca certo! I nostri mariti sono grandi lavoratori. E si permette di fare polemica anche su di noi!
Non mi stupisce che qualcuno gli abbia sparato, ma a quanto pare non fu per questo!
Come no? Ma che dici?
Ho sentito dalla zia Nina che fu perché sua moglie ripagava certi favori in certi modi...
Ma che mi vieni a dire? Buttana è?
Buttana è dire poco! Un po' con tutti. Pure il maestro si portava a casa mentre suo marito era ad abbaiare al vento. E ho sentito che manco la vesta nera si sa tenere. Manco un giorno dopo il funerale che c'andò un altro comunista come a suo marito e ne uscì la mattina dopo! Sicuramente qualcuno la voleva sua e lui era una camurria da togliere.

Di come certe donne fanno certe cose, io non lo riesco a capire. Ma i mariti ci colpano. Mio marito mi sa tenere e se mi dice qualcosa, io subito la faccio. Che si tratta di lavare una camicia sporca di sangue o di nascondere una lupara. Ora che ci penso...

Angela, ma mi venne un vuoto di memoria. Quando fu ammazzato questo?

'Na simana fa. Il 5 Agosto.

Mi venne magari un vuoto nel cuore. Proprio la mattina del 6 Agosto mio marito mi chiese di nascondere la lupara nell'armadio, dove solo io guardavo, ma non mi permisi di chiedere perché. Io lo onoro. Lo ricordo perché fu una mattinata di gran caldo. Lo scirocco non smise di soffiare nemmeno un secondo.

Angela, ma dimmi un'altra cosa. Non è che tuo marito la sera del 3 Agosto se ne andò con il mio e con alcuni del Comitato Comunale per risolvere una faccenda?
Biiì, e come me lo ricordo? Mi pare di sì però...
Angela... Ma che lavoro fanno i nostri mariti?

Magari mi guardò con occhi di ghiaccio per quello che avevo chiesto. Come se mi fossi messa dalla parte del torto.
Non lo so e non lo voglio sapere. Ma quello che fanno lo fanno per noi. Il mese scorso il doppio dei soldi ci portarono a casa, e io non glielo chiedo perché non mi interessa. E nemmeno tu dovresti,intesi?
Intesi.

Quelle parole suonarono nella mia mente come quattri colpi di lupara, quelli che uccisero Andrea Raia.

Antonio Mineo



«Solo un anno dopo lo sbarco alleato, Raia era la prima vittima di quella violenta e sanguinosa battaglia che, in nome del progresso sociale e dell'emancipazione delle masse contadine dell'isola, avrebbe visto per un ventennio cadere politici e sindacalisti sotto i colpi di un potente e coeso blocco sociale violento e reazionario sostenuto dalla mafia; battaglia di cui la strage di Portella della Ginestra avrebbe rappresentato uno dei momenti più drammatici» (M. Patti, La Sicilia e gli alleati )

Per saperne di più: http://casteldacciapuntodoc.blogspot.it/2014/02/andrea-raia-e-i-granai-del-popolo.html

mercoledì 16 luglio 2014

Rosalia Pipitone - Patate a sfincione

Stavo pelando le patate per farle a "sfincione” per mio genero, il marito di figlia, mischino ha perso la madre da piccolo e e le patate in questo modo non gliele cucina nessuno. Lo avevamo invitato a casa nostra per il suo compleanno, 23 Settembre. Con tutti gli anni che mi ritrovo, preparare questi piatti è diventato un gioco. A cena saremmo stati mia figlia, lui e il figlio piccolo, Tano, come il nonno. Mio marito era andato a pescare, come quasi tutti gli uomini della Arenella. Avevo finito di sbucciare le patate, mi andai a lavare le mani e nell'attesa che si asciugassero accesi la televisione. Vedo la faccia di uno che conoscevo, morto qualche anno prima. 

mercoledì 9 luglio 2014

Omicidio Alfano

Ha pensieri grossi assai Beppe, così pesanti che neanche il sangue del corpo di Cristo della messa di Natale, quella di mezzanotte, riesce a  distoglierlo dall’altro sangue, quello vero, quello delle mattanze di mafia che viene transustanziato impietosamente su strade, vicoli e fondachi.
Ha pensieri grossi assai Beppe, in via Trento al civico 42, seduto alla scrivania dove cerca di mettere ordine tra i suoi appunti: viene raggiunto da tre proiettili calibro 22, il 26 gennaio 1979, davanti alla sua casa di Palermo, il giornalista Mario Francese; Palermo, 3 settembre 1982, strage di via Carini, muoiono il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della scorta Domenico Russo.

mercoledì 2 luglio 2014

Sei motivi per cui conviene essere mafioso

1-Uomini d’onore: chi fa parte dell’organizzazione è “uomo d’onore”, diventa Uomo, con la u maiuscola. Dopo il giuramento, farai parte di una famiglia che ti vorrà bene e ti proteggerà fino alla morte. Certo, ogni tanto qualcuno parla…